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Channel: Boga Sako Gervais – Pagina 253 – eurasia-rivista.org
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La Germania: un nuovo binario per la modernizzazione della Russia.

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L’estate 2010 sarà ricordata per un rafforzamento dei rapporti tra la Germania e la Russia. Nel giro di un mese, il presidente russo Dmitri Medvedev e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono incontrati per ben due volte.

Il primo incontro è avvenuto il 5 giugno nel castello di Meseberg, quaranta km a Nord di Berlino: momento proficuo per lavorare intorno ad una nuova proposta russo-tedesca di sicurezza europea.

Il secondo, invece, si è tenuto il 15 luglio ad Ekaterinburg, in occasione del decimo forum per il dialogo tra i due Paesi.

La Russia e la Germania da nemici storici sono divenuti grandi alleati, determinando che le due visite aprono nuove prospettive su scenari diversi: dagli equilibri internazionali con la rinascita dell’asse Mosca – Berlino ed il progetto di una Mitteleuropa, fino alla politica interna, cioè nel cuore del sistema russo.

La Germania oggi è un treno su doppio binario, capace, da un lato, di condurre la Russia e l’Unione Europea verso una gestione comune del problema della sicurezza, e dall’altro, di spingere verso una modernizzazione della Federazione Russa.

Scegliamo di porre la nostra attenzione sul secondo aspetto, perché crediamo che la Russia uscirà da una posizione periferica nel discorso della sicurezza in Europa, solo quando sarà dotata di una solida base economica e democratica, pronta a reggere grandi obiettivi.

Il dialogo di Pietroburgo

Le relazioni tra la Russia e la Germania in generale hanno iniziato ad avere un impianto stabile, a partire dal 2001, anno di fondazione del cosiddetto “Dialogo di Pietroburgo”. Il forum è nato su iniziativa dell’allora presidente russo Vladimir Putin e del precedente cancelliere tedesco Gerhard Fritz Kurt Schröder.

Gli scopi principali di questa piattaforma sono la promozione di un dialogo costruttivo tra i rappresentanti di tutte le sfere della vita pubblica, al fine di avviare una serie di progetti comuni in vari settori: dall’economia alla cultura e la salute.

Ogni anno, si svolge una conferenza generale, a turno in Russia ed in Germania, per discutere intorno ad un tema comune da diversi punti di vista. I rappresentanti del forum, infatti, in base alle proprie competenze sono suddivisi in gruppi di lavoro tematici: Politica, Economia, Educazione e Scienza, Media, Società civile, Chiese di Europa, Laboratorio del Futuro e Cultura.

L’ultima conferenza di luglio ha riguardato “la società russa e tedesca nei prossimi dieci anni”.

Il dialogo di Pietroburgo, come è possibile rilevare dai gruppi di lavoro e dalle tematiche, non è una forma istituzionale che interviene nel campo della sicurezza, ma in quello della cultura. Non ha apportato, infatti, alcun progresso nella definizione delle aree di controllo o di interesse sullo scacchiere internazionale, ma è riuscita nel tempo a divenire la sede di trattative economiche interessanti.

Nuovi investimenti tedeschi a sostegno del piano “Go, Russia!”

Nel contesto del dialogo di Pietroburgo è stato firmato l’ultimo accordo di Ekaterinburg che porterà in Russia un investimento da parte della compagnia Siemens, pari a 2,2 miliardi di euro. La Germania rifornirà la Russia di oltre 200 treni regionali, creerà una joint-venture per la costruzione di turbine eoliche, contribuirà alla logistica dei prossimi giochi invernali a Sochi e parteciperà al nuovo progetto di una Silincon Valley a Skolkovo, vicino Mosca. Mentre gli investimenti russi saranno alquanto minimi e meno importanti: l’Aeroflot acquisterà una serie di aerei dall’Airbus e Gazprom entrerà nel campo dell’energia rinnovabile e del mondo automobilistico tedesco.

Il fatto che gli investimenti tedeschi in Russia raggiungono circa 20 miliardi di dollari ogni anno, non deve apparire una semplice voce tra le tante, che contribuiscono al profitto economico del paese. Basti pensare ai proventi che ottiene la Russia esportando il 33% del gas in Germania.

Quest’ultimo accordo risulta interessante per il settore a cui sono destinati i nuovi investimenti tedeschi. La compagnia Siemens, infatti, parteciperà nell’implementazione del progetto russo a favore della nascita di un centro di innovazione tecnologica. Scegliere di sostenere questo obiettivo piuttosto che un altro, significa appoggiare il nuovo piano di Medvedev dal titolo Russija, Vperёd! (Avanti, Russia!).

Medvedev si propone cinque priorità per avviare un processo di modernizzazione nel Paese. Vuole puntare sull’efficienza nella produzione, nel trasporto e nell’energia. Crede, in special modo che sia arrivato il momento di sostenere una crescita tecnologica di qualità collegata ad una serie di infrastrutture terrestri e spaziali destinate al trasferimento di tutti i livelli di informazione. A questi obiettivi si aggiunge la volontà di assumere un ruolo leader nella produzione di alcuni tipi di attrezzature mediche.

Angela Merkel diventa, così, un forte alleato del nuovo progetto di uscita dalla crisi economica di Medvedev e del raggiungimento di nuove strade di sviluppo economico, che vadano oltre l’esportazione di energia in Europa.

La Germania è cosciente, infatti, che sia preferibile stringere un’alleanza strategica con un forte e sicuro partner economico, piuttosto che uno debole. La crescita economica è consigliata come l’unica strada per assicurare la stabilità interna ed evitare il sorgere di caos sociali. Obiettivo che nella stessa esperienza tedesca ha permesso di superare i ritardi tra le diverse zone geografiche del Paese e diventare una grande potenza, pronta ad assumere il ruolo di guida dell’intera Unione Europea.

Il presidente russo così, è richiamato ad introdurre una serie di meccanismi di rinnovamento nel proprio sistema interno per assicurarsi una partnership economica nel tempo. Il primo obbligo è impegnarsi per un pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani, mentre il secondo è garantire un aumento della mobilità degli operatori in economici dall’Europa alla Russia e viceversa.

Un’economia forte senza democrazia ed apertura delle frontiere non è possibile.

La notizia di un’uccisione di un giornalista o attivista per i diritti umani in Russia rappresenta, ogni volta, motivo di sospetto verso le istituzioni statali.

I ritardi nella tutela dei diritti umani e delle libertà personali se non risolti in tempo breve, potrebbero incidere contro produttivamente sul progresso economico generale e sulla gestione delle relazioni diplomatiche.

Il presidente Dmitri Medvedev è cosciente del fatto che un semplice pregiudizio possa infangare tutti i suoi sforzi per assicurare un ruolo di potenza alla Russia, giacché potrebbe chiudergli la strada all’appoggio internazionale.

Le ultime dichiarazioni di Medvedev alla stampa rispetto all’uccisione dell’attivista Natalia Esterimova, in occasione dell’anniversario della sua uccisione, rappresentano un impegno di trasparenza in materia di giustizia ed un reale richiamo alla magistratura affinché svolga pienamente il suo dovere senza alcuna intromissione o deviazione dall’alto.

Ad un’ampia mobilità presente nel territorio dell’Unione Europea, inoltre, si contrappone una chiusura delle vie di accesso in Russia soggetta a saldi vincoli burocratici discordanti con la velocità richiesta dagli scambi economici.

Per aprirsi ad una partnership europea, la Federazione Russa dovrebbe mettere in discussione, perciò, il proprio sistema di visti che limitano fortemente i contatti nel mondo degli affari.

Una maggiore flessibilità nella concessione dei visti è attesa dalla Germania, ma non è richiesta da tutti i paesi dell’Unione Europea.

I Paesi baltici, in particolare, dopo essere riusciti a svincolarsi dalla precedente storia sovietica, hanno paura di una nuova intromissione della Russia nei propri affari interni, giacchè sono i primi nell’UE a confinare con la Federazione Russa.

Conclusioni

La difesa dei diritti umani ed il problema dei visti costituiscono delle questioni importanti per la cancelliera Angela Merkel, tanto da far dipendere da queste molte delle scelte future rispetto alla conduzione delle relazioni con la Russia.

Nello stesso tempo, una gestione positiva delle relazioni internazionali per Medvedev è essenziale, giacchè da esse deriva la forza del Paese e della sua stessa posizione.

La Russia è cosciente che lo sviluppo è direttamente collegato alla presenza sui mercati esteri ed è pronta a fare dei sacrifici per conservare il proprio progetto di partnership con la Germania, ma senza rinuciare alla propria natura di democrazia sovrana

I passi lenti di Medvedev in materia di visti, prima di tutto, sono direttamente collegati alla volontà di non inimicarsi i paesi baltici. La Russia e la Germania sono, infatti, partner del progetto “Nord Stream” che prevede la fornitura diretta di gas al territorio tedesco ed al resto dell’Unione Europea, passando sotto il Mar Baltico e non attraverso l’Ucraina.

Il riconoscimento internazionale di Medvedev come leader, indipendentemente dall’esistenza del tandem governativo con Putin, è importante ma per essere accolto completamente, serve una piena conoscenza dello schema di “democrazia sovrana” esistente in Russia.

Lo sviluppo della Russia come potenza mondiale ed il risollevamento dopo l’era di Eltisin è direttamente collegato ad una centralizzazione del potere. Il sostegno estero è importante, ma il polmone vitale russo è nella legittimazione popolare di Edinaja Rossija ad ogni tornata elettoriale.

Le modalità per spingere avanti il Paese, fino a che sarà applicata l’idea progettuale di Surkov, sono affidate al partito, e Vladimir Putin come segretario di esso svolge un ruolo di programmazione e non di offuscamento dell’operato di Medvedev.

Qualsiasi aggiustamento o nuova scelta economica proveniente, ma non dettato dall’esterno, capace di apportare benefici aventi natura positiva per lo sviluppo democratico ed economico del Paese sono ben visti. Una cosa certa è che fino ad ora, l’unione del concetto di autocrazia a quello di democrazia sta garantendo almeno l’equilibrio interno e la capacità di resistere su uno scenario globale.

* Luciana Marielle Ranieri è dottoressa in Scienze Politiche (Università l’Orientale di Napoli)

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